Una lettera del 30 luglio 1480 del “fidelis” fattore Antonius Albrici ci dice come già a corte i meloni fossero apprezzati: si preannunciava al marchese Federico I di Gonzaga e a sua moglie Margherita di Baviera, l’invio, quale primizia, di nove meloni dalla “melinara” della corte di Dosso dell’Inferno.
Nella Chiesa Matildica di Santa Croce di Sermide è emerso un affresco, risalente al ’500 che raffigura un melone: le condizioni del terreno argilloso e il clima sono da sempre ideali per la coltivazione di questo ortaggio che oggi rientra anche nei confini del marchio IGP. Le caratteristiche sensoriali del melone mantovano richiamano quelle del territorio, il così detto “timbro olfattivo” comprende profumi di fungo, polpa di anguria, timo, tiglio, zucchina. La polpa è succosa, dolce, il colore va dal giallo-arancio al salmone perché contiene quantità elevate di beta-carotene (azione antiossidante e provitaminica) e vitamina C. Il melone è composto prevalentemente di acqua, perfetto dunque per reintegrare liquidi ma per lo stesso motivo poco digeribile. Ecco subito il rimedio “bisogna mangiarlo con pepe e sale, e berci sopra un mezzo bicchiere di Madera, o meglio di Marsala”. Alexander Dumas, Il grande dizionario di cucina.
melonaria Un ricco calendario di incontri, feste, piatti a base di melone che coinvolge e anima i principali territori di produzione del melone mantovano.
I meloni contengono, come le zucche, moltissimi semi. Possiamo provare a seminarli, ma sappiamo come interrarli? Come tutte le cose bisogna prenderli “dal verso giusto”! La puntina va rivolta verso il basso. Per distinguere quelli buoni basta farli pregerminare immergendoli in acqua tiepida per due/tre giorni.
MACIGNO Melone retato con la fetta segnata, buccia verde tendente al giallo a maturazione e polpa arancione, è un frutto molto resistente agli urti e ha una buona durata
HARPER Melone retato americano con buccia gialla senza la segnatura della fetta, e polpa arancione, molto zuccherina. Un tempo costituiva oltre il 50% della produzione, ora è in calo.
Meloni “lisci” hanno buccia di colore che varia dal verde pallido al giallo chiaro a maturazione, con polpa succosa, molto tenera, di color giallo arancio. Presentano buone caratteristiche gustative e uno spiccato profumo.
Meloni “Long Shelf Life” a lunga conservazione per le produzioni tardo estive-autunnali: Dalton, dall’aroma inconfondibile, ha buccia verde con la fetta segnata, ed è più adatto nel periodo tardo estivo; Giusto non ha la fetta segnata, ha durata notevole.
Simile alle altre piante cucurbitacee (zucca, zucchine, angurie e cetrioli), la pianta del melone ha il fusto strisciante o rampicante, necessita di una ottima insolazione e di moltissimo spazio: ogni melone ha bisogno di circa due metri quadrati a sua completa disposizione.
Riso e melone, due nobili rappresentanti dell’Oltrepò, si incontrano in questa ricetta. Lontani, ma accomunati da un elemento armonico, l’acqua, nella quale il riso cresce e di cui il melone è per la gran parte costituito: armonia di contrasti, di sapidità e dolcezza, che si ritrova in questo piatto.
INGREDIENTI PER 4 PERSONE • 320 GR riso • 200 GR porri • 20 GR olio d’oliva extravergine • 1 bicchiere di vino bianco secco • 1,5 L brodo vegetale • 300 GR polpa di melone • 4 cucchiai di Parmigiano grattugiato • 20 GR panna fresca • 1 cucchiaio di prezzemolo tritato • sale e pepe bianco q.b.
Lavate i porri, eliminate la parte verde e tritate quella bianca. Rosolateli nell’olio, aggiungete un mestolo di acqua e cuocete finché i porri non sono sfatti. Aggiungete il riso, tostatelo, bagnatelo con il vino, lasciate evaporare e portate a cottura aggiungendo brodo bollente. Unite metà della polpa di melone tagliata a dadini al risotto, qualche minuto prima di toglierlo dal fuoco. Mantecare con il Parmigiano e la panna, pepare e completare con il prezzemolo e spicchi di polpa di melone.